APPROCCIO AL SISTEMA CRANIOSACRALE:

 

PERCHE’ L’OSTEOPATA POGGIA LE MANI SULLA TUA TESTA?

 

di DE MATTEIS MARCO, Osteopata D.O.m.ROI

maggio 2017

 

 

Sarà capitato spesso, a chi si è rivolto almeno una volta ad un osteopata, che questo restasse per un po’ di tempo immobile o quasi, con le mani in appoggio sulla testa oppure sui piedi o su qualunque altra parte del corpo, quasi a “non far niente” di visibile ma infondendo comunque delle sensazioni di rilassamento o di rilascio emotivo e tissutale a cui il paziente non riesce a dare una spiegazione razionale né ad associare una relazione di causa ed effetto.

 

La risposta a questa situazione sta nell’approccio dell’operatore al sistema craniosacrale.

 

L’approccio craniosacrale è nato agli inizi del 1900 dalle intuizioni dell’osteopata William Garner Sutherland. Egli, diretto allievo del padre dell’Osteopatia Andrew Taylor Still, scoprì il movimento involontario delle ossa del cranio tra di loro e in relazione all’osso sacro. A seguito di una lunga e minuziosa ricerca, il dottor Sutherland re­alizzò che il movimento delle ossa craniali è indissolubilmente connesso al movimento ritmico di tessuti e fluidi al centro del corpo, quali il liquido cefalorachidiano, il sistema nervoso centrale, le membrane che circondano e suddividono il sistema nervoso centrale, le ossa del cranio e l’osso sacro.

 

Il sistema craniosacrale è addetto alla produzione, circolazione e riassorbimento del liquor (o liquido cefalorachidiano). Questo liquido costituisce l’ambiente fisiologico in cui il cervello e l’intero sistema nervoso si sviluppa, vive e funziona. La produzione ed il riassorbimento di questo liquido causano ritmicamente aumento e diminuzione di pressione all’interno del sistema craniosacrale. Questa pressione si trasmette alla periferia del sistema, fino alle ossa, inducendo un sottile movimento ritmico che, grazie alla plasticità della matrice ossea, grazie al micromovimento delle suture tra ossa craniche adiacenti, grazie al collegamento mediato dalla dura madre (una delle membrane che avvolgono il sistema nervoso) tra occipite e osso sacro, possiamo percepire attraverso le nostre mani. Attraverso il sistema fasciale, un insieme sottile e continuo di tessuto connettivo, il ritmo si espande poi all’intero corpo che effettua quindi un movimento ritmico in risposta all’attività del sistema craniosacrale.

 

Questo impulso ritmico, che l’osteopata impara a percepire a diversi livelli tissutali e a diverse frequenze ed ampiezze, è l’Impulso Ritmico Craniale, o Respirazione Primaria, e rappresenta il potenziale di salute. La salute perciò è sempre presente, solo a volte si adatta agli squilibri del sistema corporeo fuoriuscendo dalla fisiologia e scatenando la “malattia”. La salute è la forza ordinatrice e regolatrice che ci accompagna sin dalle origini della vita guidando la differenziazione e la morfologia dell’embrione, ed è quindi sempre disponibile. L’approccio al sistema craniosacrale aiuta questa innata intelligenza corporea ad effettuare un processo di riequilibrio profondo.

 

Ma in che modo il sistema craniosacrale realmente influenza la salute generale della persona?

 

Abbiamo appena detto che il liquor garantisce la fisiologia del sistema nervoso. Lo scopo principale del sistema nervoso è di mantenere la salute. Esso riceve informazioni dal corpo e manda delle risposte adeguate, produce sostanze chimiche a seconda delle nostre esigenze, controlla le ghiandole del resto del corpo ed è quindi a capo di quel complesso e favoloso sistema psico-neuro-endocrino-immunologico (PNEI). Dunque noi siamo dotati dei rimedi giusti, innati ed indispensabili per star bene e la respirazione primaria è l’espressione del nostro potenziale di salute. Pertanto un malfunzionamento del sistema craniosacrale può alterare il funzionamento dei nostri sistemi emozionale, endocrino, viscerale, neurovegetativo, immunitario, muscoloscheletrico.

 

Durante la sessione terapeutica il paziente sperimenta un tocco molto leggero da parte delle mani dell’operatore. Potrà avvertire un profondo senso di rilassamento, fenomeni di calore, di pulsazione, di qualcosa che si muove all’interno del corpo, lo scioglimento locale di alcune zone di tensione o altre sensazioni legate alla sfera emotiva. L'operatore ascolta con le mani il movimento della Respirazione Primaria che si esprime in tutto il corpo e aiuta il corpo a ripristinare e amplificare la pulsazione della Respirazione Primaria nelle zone in cui è debole o assente.

 

Dunque il lavoro craniosacrale sostiene le risorse naturali dell'individuo stimolando la capacità di riequilibrio e di salute e non si limita al cranio, come si è portati ad immaginare, ma coinvolge l’intero corpo.

E’ efficace non solo per i problemi fisici ma anche per quelli emotivi e del comportamento.

Si tratta di un lavoro talmente delicato da poter essere in tutta sicurezza applicato anche a neonati ed anziani, alle donne in gravidanza e agli adulti in circostanze acute o delicate. È utile come prevenzione e come supporto nei periodi difficili, di stress e stanchezza.

 

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