IL MIO DOLORE,

E' LA GAMBA O LA SCHIENA? 

 

di MARCO DE MATTEIS, Osteopata D.O.

marzo 2022

 

 

 

    Quello che ti racconto è un tipico esempio di un comune motivo di consultazione per l’osteopata. Si tratta del caso di Luisa, una donna sulla sessantina, che da circa dieci giorni lamenta un dolore al ginocchio destro che si irradia alla parte anteriore della coscia. La donna riferisce di essere in buono stato di salute e di non assumere usualmente farmaci né di aver avuto problematiche pregresse.

 

    Osservando la persona che ho di fronte, risulta evidente una marcata condizione di cifosi: il suo dorso è particolarmente ricurvo dando l’impressione di un peso che lo schiaccia. Pertanto è doveroso precisare che la signora non si è mai sottoposta ad un controllo radiografico né tantomeno allo screening per lo studio della densità ossea che potessero escludere stati di osteoporosi o qualsiasi altra condizione di potenziale rischio per la salute della colonna vertebrale.

 

    Ad ogni modo il nostro obiettivo in questo momento è escludere controindicazioni al trattamento e dare sollievo a Luisa per indirizzarla poi verso appropriati controlli specialistici.

 

    Lasciando che all’inizio sia il sintomo a guidarmi, è necessario indagare tutte le strutture che sono implicate nel decorso del dolore riferito. Analizzo innanzitutto la mobilità spontanea della signora, impacciata e precauzionale. È apprensiva soprattutto nei movimenti di flesso-estensione del busto e nel passaggio da seduta a in piedi. Dunque, procedendo con i test differenziali, risultano negativi quelli relativi alle articolazioni di anca e ginocchio. Appare invece positivo il test di tensione del nervo crurale senza però un aggravamento legato alla sollecitazione dell’emergenza lombare.

 

    Pertanto mi sposto da un livello osteo-articolare ad un livello fasciale ossia vado ad analizzare con test palpatori e di mobilità dei tessuti molli, fasciali, muscolari, legamentosi e viscerali quali possano essere le aree con una mobilità ristretta in connessione alla sintomatologia.

 

    Nel corso del trattamento sono ora le tensioni a guidarmi partendo dalle strutture fasciali che connettono i tessuti duodenali al tratto lombare medio, per proseguire con il rilascio miofasciale di gran dorsale, quadrato dei lombi e zona miofasciale periarticolare dell’anca destra. Merita un’attenzione particolare la fossa iliaca con le strutture viscerali e vascolari che si ripercuotono sulla tensione del legamento inguinale.

 

    Al termine del trattamento Luisa è più libera nella sua funzione motoria, si muove con più disinvoltura e meno paura, e sorride soddisfatta del lavoro.

 

    Non so per quanto tempo sarà libera dalle tensioni che sostengono il sintomo pertanto sarà opportuno rivalutare la sua situazione a 10-15 giorni e che nel frattempo consulti il suo medico di base per considerare un adeguato percorso di screening generale.

 

    Sicuramente Luisa ha ora trovato un sicuro sostegno alla salute per poter affrontare con più serenità e fiducia ciò che le sue spalle hanno il bisogno di sostenere.

 

 

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