NELL’INSTABILITA’ DELLA QUIETE

 di De Matteis Marco, Osteopata DOmROI

maggio 2016

 

 

 

“L’operatore deve vivere nella propria linea mediana. La linea mediana è la divinità.

Il modo migliore per prendere coscienza di Dio è essere espulsi dal paradiso

(uscire dalla linea mediana) e trascorrere la vita nel tentativo di ritornarci.

Ma tornarci non è possibile.

Possiamo avvicinarci, rispettarlo e trovare la giusta relazione con esso mantenendo

la nostra assoluta autonomia.”  (M. Shea)

 

Cerchiamo, in Osteopatia come nella quotidianità, il raggiungimento della Quiete, ma una Quiete Dinamica, uno Stillpoint, un “punto fermo” che in realtà fermo non è. Non un equilibrio statico né la perfetta immobilità. Senza alterare i compensi funzionali e sempre nel rispetto della “lesione universale”, ossia quel caratteristico ed individuale dis-equilibrio che ognuno di noi si porta dietro dalla nascita o probabilmente da ancor prima, dall’epoca gestazionale o anche dal concepimento oppure, addirittura, come impronta karmica della storia dei propri avi o di qualche vita precedente.

 

È questo nostro dis-equilibrio funzionale a rendere ognuno di noi unico ed inimitabile, a renderci inclini a determinate scelte, abitudini di comportamento, gusti, attitudini, dunque ad andare incontro ad un determinato “disegno divino”. Avendo coscienza di ciò è ovviamente il nostro libero arbitrio a guidare in parte il “destino” scegliendo di imboccare la strada che conduce all’evoluzione spirituale; allo stesso modo, un atteggiamento inconsapevole guida passivamente verso una caduta nel caos.

 

Se ne sappiamo far tesoro è dunque questo dis-equilibrio a spronarci a vivere pienamente, a muoverci secondo un continuo orientamento alla quiete, quella quiete perfetta che probabilmente è rappresentata solo dalla natura divina, un utopistico obiettivo, mai raggiungibile o raggiungibile forse solo ad un certo punto della vita, quando è compiuto lo scopo per il quale siamo nati e terminata la missione della nostra permanenza terrena.

 

Dunque l’instabilità della quiete rappresenta quel carburante in grado di fornirci la motivazione all’apprendimento, alla conoscenza, all’evoluzione, all’amore.

È quell’energia capace di colorare di sentimento, creatività, musica e poesia la nostra vita. Sta a noi cogliere la magia celata nell’essenza dell’anima.

 

 

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