MEDITAZIONE DI UN OSTEOPATA

 di De Matteis Marco, Osteopata DOmROI

marzo 2016

 

 

Mi siedo, comodo, e chiudo gli occhi. Il respiro fluisce, pesante, e il corpo, articolazione dopo articolazione, si rilassa. Le sensazioni interne ed esterne si fanno sentire: tensioni muscolari, qualche sensazione di prurito, la necessità di muovermi, anche un rumore di sottofondo un po’ disturba. Sebbene la mia postura sia confortevole ho l’impressione che il corpo sia storto, la verticalità del respiro non coincide con la verticalità della colonna vertebrale.

 

L’attenzione resta sul respiro che si allunga e rallenta; pian piano la percezione dei sensi scompare. Il corpo diventa via via più leggero, vuoto della sua struttura interna: muscoli, ossa, legamenti, organi, visceri, vasi, nervi, membrane, tutto scompare per lasciare spazio solo ad una matrice fluida. Solo un unico insieme, un Tutto. Leggero, immagino il corpo sospeso nell’aria, ancora senza un suo equilibrio, come un aquilone che si lascia portare qua e la dal vento, senza alcun ordine né direzione. Anche la mente non è ancora ben centrata, a momenti distraibile. Allora riporto l’attenzione al respiro nel corpo, al centro del corpo, poco sopra l’ombelico e in profondità, dove nasce l’equilibrio, e lì osservo l’immagine della Luna, nitida, chiara, ben definita. Credo di essere vicino al Sabai, uno stato di profonda quiete.

 

All’improvviso il corpo appare paralizzato, pesante, immobile, distaccato da qualunque sensazione, quasi al di fuori del controllo volontario. La Luna appare splendente e questo splendore si espande pian piano in tutto il corpo permeando ogni zona, ogni tessuto, ogni cellula. E di nuovo i confini interni scompaiono, gli spazi vuoti diventano sempre più ampi, anche gli spazi che separano un pensiero da un altro diventano sempre più lunghi. Di nuovo tutto diventa un unico corpo fluido che, con il respiro, fluttua come una Marea, con ritmi sempre più lenti, molto vicini all’immobilità.

 

In questa calma, in questa pace, dimentico il corpo, oramai acquietato, e lo splendore della Luna è ben visibile nella mia mente, sempre più luminosa, ferma, serena. In questo momento la fluttuazione del respiro accompagna una lentissima onda fluida, che in maniera omogenea forma un continuum dalla testa ai piedi.

 

Corpo e mente sono diventati Uno, tutto è Uno. Sento una grande energia passare per la mia schiena, mi sento risollevato. In questo momento mi accorgo di aver assunto una postura dritta, allineata secondo la perfetta verticalità del flusso della marea. Una sensazione di gioia pervade il mio petto, il respiro diviene più accelerato, il battito del cuore si fa sentire di più. Come se quel flusso fluidico stesse ora spingendo per venir fuori dal mio corpo. Provo felicità, ogni cosa sembra possibile in questo momento, un po’ come un bambino capace di sognare, credere e piangere per i propri sogni. Ma anche come un osteopata che sta sperimentando quello che accade nei ritmi delle maree quando è alla ricerca della salute.

 

Mantengo questa sensazione di pace e decido di raccontarla, perché la pace di uno possa essere la pace di tanti. Per chi in un progetto di Pace nel Mondo crede.

Riprendo il contatto col mio corpo, con l’ambiente esterno e sono pronto a riaprire gli occhi, ora bagnati da quel fluido della pace interiore.

 

 

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