ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE:

PARLANE COL TUO OSTEOPATA

 

di MARCO DE MATTEIS, Osteopata D.O.

maggio 2021

 

 

 

    L’articolazione temporo-mandibolare (abbreviato ATM)presenta, per la sua forma, dei movimenti piuttosto complessi. Le superfici articolari sono i condili mandibolari da una parte, arrotondati e, dall’altra parte, fossa mandibolare e tubercolo mandibolare dell’osso temporale, che presentano una forma concavo-convessa da dietro in avanti.

 

    Un disco articolare fibrocartilagineo segue la forma delle superfici per far accomodare il condilo nell’area fossa-tubercolo. Tale disco articolare è perifericamente attaccato alla capsula fibrosa dell’articolazione e anteriormente vi si inserisce parte del muscolo pterigoideo esterno.

 

    Tre legamenti, temporo-mandibolare, sfeno-mandibolare e stilo-mandibolare, stabilizzano l’articolazione nella sua mobilità. 

 

    I muscoli temporale, massetere, pterigoidei interno ed esterno, sopraioidei e sottoioidei permettono, complessivamente e nelle varie combinazioni, i movimenti di apertura e chiusura della bocca, protrusione e retrusione, spostamento laterale della mandibola.

 

    Questa articolazione può andare incontro a restrizioni del movimento con conseguenti lesioni delle strutture muscolo-articolari e relativa sintomatologia. Le cause possono essere diverse.

 

    In caso di perdita unilaterale di un dente non sostituito, la malocclusione dentale può alterare le tensioni legamentose e la direzione delle azioni muscolari.

 

    Un problema della zona cervicale alta può predisporre all’aumento di tensione dei muscoli tra cranio, mandibola e prime vertebre cervicali, con altresì possibili cefalee.

 

    Disfunzioni osteopatiche della mobilità cranica sono in grado di alterare la biomeccanica temporo-mandibolare.

 

    Processi infettivi del distretto cranio-cervicale, quindi di urgente priorità medica, possono essere una spina irritativa importante.

 

    A fronte di questi fattori predisponenti, accade generalmente che la disfunzione acuta si produca per un meccanismo di apertura eccessiva o prolungata nel tempo della bocca, ad esempio addentando un grosso boccone, oppure con lo sbadiglio, o anche nell’ambito di interventi dentali. È solitamente uno spasmo dello pterigoideo esterno a bloccare in avanti il condilo mandibolare rispetto alla superficie dell’osso temporale. Risulterà impossibile o dolente la chiusura della bocca.

   

    Meno frequente è invece il blocco del condilo indietro rispetto alla superficie del temporale, per lo più bilaterale, legata a trauma o a processi di usura artrosica delle strutture articolari. In tali casi la difficoltà riguarderà prevalentemente l’apertura della bocca.

 

    La sintomatologia, in caso di problematiche riguardanti l’ATM, può consistere in dolore facciale, impossibilità nell’apertura o chiusura della bocca, difficoltà a masticare, sensazione di crepitio o schiocco.  Ma anche dolore all’orecchio, ronzio o senso di ovattamento, abbassamento dell’udito, nevralgia del trigemino.

 

    L’osteopata ha delle competenze diagnostiche manuali per inquadrare il problema alla base del sintomo e delle tecniche di trattamento per alleviare le tensioni capsulo-legamentose, muscolari e ristabilire l’articolarità ottimale alleviando quindi la sintomatologia.

 

    Bisogna ricordare che la bocca con le sue funzioni di deglutizione e masticazione è un recettore importante per il sistema posturale pertanto è in grado di creare dei compensi anche in zone del corpo distanti che l’osteopata è in gradi di riconoscere e normalizzare qualora sia necessario.

 

    Allo stesso modo una disfunzione temporo-mandibolare può essere essa stessa un compenso a delle alterazioni miofasciali situate altrove nel corpo ed in tal caso è assoluta priorità trattare queste con una secondaria attenzione al sintomo. 

 

 

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