IL COLPO DI FRUSTA:

L'ORIGINE DI TANTI DISTURBI NON COMPRESI 

 

di MARCO DE MATTEIS, Osteopata D.O.

maggio 2022

 

 

 

    Non è certamente una novità che tante persone siano considerate dei malati immaginari, accusati di simulare malattie o definiti ipocondriaci, da parte delle famiglie o dei medici che non trovano delle spiegazioni plausibili a livello clinico e radiologico. Eppure i disturbi di cui queste stesse persone soffrono, quali emicrania, vertigini, disturbi visivi e dell’udito, mal di schiena, nervosismo o angoscia e via dicendo, possono realmente render loro la vita ed il lavoro difficoltosi.

 

    Alla base dei sovracitati sintomi può esserci il cosiddetto colpo di frusta, o whiplash injury. Si tratta di un microtrauma che il corpo subisce e memorizza, spesso dovuto ad incidente, caduta dagli sci o dai pattini, ad un tuffo, ad una forte sculacciata o, ancora, ad un improvviso e violento vuoto d’aria in aereo.

 

    A volte nessuna alterazione patologica è visibile alla radiografia di cranio, collo e colonna vertebrale. Altresì alcuni sintomi possono insorgere tardivamente. Capita che la terapia farmacologica non sortisca l’effetto sperato così, dopo un po', si passa alla prescrizione di ansiolitici, sedativi, antidepressivi. Tutto questo, protraendosi per un tempo spesso assai lungo, grava anche sull’economia a causa delle innumerevoli visite mediche e ripetute assenze dal lavoro.

 

    L’osteopatia sofferma l’attenzione sul meccanismo dell’evento scatenante che implica, in ogni caso, un repentino passaggio da una situazione di inerzia al movimento, o viceversa. Quindi, l’osteopata dà importanza alle dinamiche dei fluidi corporei, in particolare del liquor (o liquido cefalorachidiano) circolante nelle cavità del sistema nervoso: l’evento traumatico imprime delle forze che tramite il sistema fasciale vengono poi dissipate, risolte, trattenute, compensate oppure trasmesse a distanza.

 

    In alcuni casi il trauma è importante e ne conseguono fratture, lussazioni o lesioni muscolotendinee: un intervento chirurgico o conservativo di competenza medica è dunque prioritario.

 

    Altre volte accade che i tessuti si mostrano integri ma ne risente la micromobilità articolare, che è di competenza osteopatica. Blocchi o restrizioni della mobilità del bacino, di alcuni segmenti vertebrali, delle strutture craniche, o di qualunque altra articolazione possono far insorgere sintomatologia dolorosa localmente o, per mezzo di compensi, a distanza oppure diventare delle facilitazioni capaci di ripercuotersi a livello nervoso anche con sofferenza vascolare o viscerale. Tali blocchi possono indurre una condizione di patologia se non vengono risolti nell’immediato e se l’entità del blocco non può spontaneamente risolversi.

 

    L’osteopata è in grado di testare e normalizzare queste disfunzioni della mobilità. Il colpo di frusta interessa potenzialmente tutto il corpo e dunque l’attenzione diagnostica e terapeutica deve essere rivolta ai grandi sistemi fasciale e craniosacrale. Armonizzare questi sistemi e rimuovere i blocchi locali nelle articolazioni e nel tessuto traumatizzato facilita il ripristino di una corretta fisiologia locale e generale in modo che il movimento ritmico dei fluidi che regolano il funzionamento fisico, chimico, metabolico torni a svolgere il compito di autoregolazione delle strutture e delle funzioni.

 

    Comprendere l’osteopatia è una risorsa. Impegnarsi a divulgarla una missione. Raccontare e praticare l’osteopatia richiede umiltà e impegno, serve comprendere l’anatomia del corpo e le leggi che ne governano il funzionamento. Capacità di ascolto e tanta pratica. Come anche avere la possibilità di incontrare dei bravi maestri.

 

    Questo articolo prende spunto e riferimento dal libro “Conoscere l’Osteopatia”, di Lionelle e Marielle Issartel, un testo datato e ad oggi difficile da reperire, generosamente messo a disposizione su craniosacrale.it da Paolo Maderu Pincione, grande persona, maestro e craniosacralista.  

 

 

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