POSSA RESTARE PURA

 

di MARCO DE MATTEIS,Osteopata  D.O.m.ROI

giugno 2018

 

 

 

 

    È una donna sulla sessantina, da qualche tempo con un dolore invalidante sulla sacroiliaca sinistra ed una lombalgia cronica al momento sfociata in una sciatalgia. Sintomi che si accentuano con il movimento ed in particolare nel fare le scale. Trattata con infiltrazione e terapia cortisonica, soprattutto per quel che riguarda la sindrome radicolare, viene visitata da un medico evidentemente con la mente un po’ meno chiusa riguardo le medicine complementari, o quantomeno con un po’ di fiducia verso l’osteopatia. E sicuramente verso me.

 

    La paziente arriva da me ed appare subito evidente una falsa gamba corta a sinistra per una posteriorità dell’iliaco secondaria ad una lesione della fascia addomino-pelvica da cicatrice attiva esito di chirurgia ginecologica per tumore all’utero. Intervento risalente a circa dieci anni fa.

 

    Il mio approccio è veramente discreto, leggero, ma allo stesso tempo profondo, indirizzato alla fascia e attento all’interezza. Rispettoso del tessuto e dello stato emotivo della paziente.

 

    Lei si rilassa, il sistema si assesta e riesce ad avere la consapevolezza interiore riguardo le differenze di tensione viscerale e tissutale, le asimmetrie di tono muscolare, l’efficacia del tocco sulla risposta dell’organismo nonostante sembri “non stia facendo niente” data la non visibilità agli occhi di chi osserva di alcuna manovra che apporti movimento o correzione.

    Le tensioni della zona cicatriziale e viscerale si normalizzano, i diaframmi si sincronizzano, aiuto lo psoas a ridurre il suo stato di iperattività e alla fine il bacino si riequilibra apportando un riallineamento dei punti di repere degli arti inferiori. Chiudiamo un approccio ai fluidi. Cuore e respiro mi indicano che il nostro incontro per oggi è terminato.

 

    Mi fa sapere, il giorno dopo, di stare meglio e di riuscire a fare le scale senza problemi.

 

     Per chi non la conoscesse, questa è l’osteopatia, o perlomeno la mia conoscenza dell’osteopatia. Quell’osteopatia ormai in via di regolamentazione, forse destinata a cambiare o forse convinta ad affermarsi sempre più fortemente per quello che è sempre stata. La stessa osteopatia che, in bene o in male non so, rischia di allontanarsi dalla visione di Still e che spero possa restare pura il più possibile. Per quanto puri possano essere i sentimenti di chi la insegna e di chi la pratica. Affinché non si debba arrivare a dover lavorare dietro la prescrizione di “manipolazione osteopatica del bacino”, ad esempio, ma per consiglio medico o diretta richiesta del paziente di un consulto osteopatico.

 

    La mia paziente credo abbia percepito qualcosa di sottile, di mistico, sin da subito. Ha avuto la convinzione che quello che stavamo facendo fosse utile per lei (forse l'aiuto più efficace e siuramente più ecologico tra le terapie alle quali si è sottoposta) e quando ha definito le mie mani “magiche” le ho semplicemente detto la verità, che non è magia ma studio, allenamento, presenza e capacità di ascolto, non tanto con la mente quanto con le mani. E soprattutto con il cuore.

 

 

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